I minuti successivi sembrarono una sfocatura. Una donna entrò nel suo salotto e la sua presenza riempì la stanza di un senso di urgenza. Si presentò come agente Thompson, un nome che sembrava rimanere nell’aria molto tempo dopo averlo pronunciato. Aveva un’aria di autorità palpabile, che faceva sentire John ancora più spaesato.
Mentre l’agente Thompson esaminava lo strano “serpente” nel bagno, Sam e John si scambiavano occhiate apprensive nel corridoio. La casa sembrava troppo piccola, l’aria troppo tesa. La routine familiare di casa sua era stata stravolta, sostituita dalla sensazione surreale di un thriller di spionaggio. Il silenzioso ronzio del frigorifero in cucina risuonava insolitamente forte nel silenzio in cui aspettavano l’uscita dell’agente.