Preoccupata, si affrettò ad attraversare ogni stanza, sbirciando sotto i mobili e dietro le porte. Aprì l’armadio della camera da letto: nessun gatto. Controllò il cesto della biancheria: solo camicie stropicciate. Anche lo spazio sotto il letto era vuoto. Il panico le salì al petto. Orion era sparito.
Ignorando la stanchezza, si infilò un impermeabile e si precipitò fuori nella tempesta. La pioggia sferzava le strade di Maplewood, trasformandole in nastri scintillanti sotto il tremolio dei deboli lampioni. I tuoni rimbombavano in lontananza. Eliza sfidò le pozzanghere che le schizzavano contro le caviglie e la sua voce risuonò nel corso dell’acquazzone costante: “Orion! Qui, gattino!”