Lei mormorò tra sé e sé, con un misto di incredulità e terrore nella voce. “Che cosa sto facendo? Perché ho seguito un animale selvatico così in profondità nella foresta?” L’assurdità della sua situazione la colpì duramente: stava parlando con una creatura in un luogo dove la logica non aveva alcun significato.
L’alce rispose con bassi grugniti e scavò con lo zoccolo la terra vicino al mucchio, con un’azione che lasciava intendere l’urgenza. Mentre la foresta si ammutoliva intorno a lei, la paura di Avery cominciò a trasformarsi in curiosità. Il comportamento dell’alce sembrava chiedere aiuto e lei capì che doveva capire il suo messaggio silenzioso.