Il cuore di Natalie batteva con speranzosa trepidazione. Fissò il biglietto da visita tra le mani, quello che lui le aveva dato. Portava il nome “Kevin Jones” a caratteri cubitali, a indicare che era l’amministratore delegato di una società di selezione del personale e reclutamento.
Era tutt’altra cosa rispetto a quello che faceva suo padre. La sua passione per il lavoro con le persone e per il loro aiuto lo aveva portato a lavorare in un centro di accoglienza per ex detenuti, aiutandoli a reintegrarsi nella società nel modo più agevole possibile. Quest’uomo, Kevin Jones, chiaramente non era suo padre.