Il suo cane corse improvvisamente nella foresta e ciò che trovò gli fece gelare il sangue!

All’improvviso, l’abbaiare di Milo cessò. Il silenzio fece fischiare le orecchie di Wade. Si costrinse a muoversi più velocemente, cercando impronte nella soffice lettiera di foglie. Ogni ramoscello spezzato sotto i piedi risuonava fragoroso nel silenzio. Le ombre si contorcevano intorno a lui, un inquietante palcoscenico per lo scontro che sentiva imminente.

Superato un ultimo boschetto, Wade trovò una piccola radura dove il pallido bagliore della luna rivelava Milo rigido. L’intero corpo del cane fremeva di tensione, lo sguardo fisso su una figura imponente. Wade rimase senza fiato: si trattava di un alce, dalle spalle larghe e innegabilmente massicce, le cui corna erano un’impressionante corona di ossa.