Sollevò la tavola più in alto, con i gomiti bloccati, cercando di sembrare più grande come consigliavano i video della fauna selvatica. “State indietro”, disse, con la voce tremante. Il ringhio calò in un silenzio pesante. Poi il lupo mise a nudo i denti, lunghi e perfetti, del colore dell’avorio lucidato, ed emise un abbaio acuto di avvertimento che risuonò contro le dune.
Il suono le fece attraversare la paura dalla sua spavalderia. L’asse si sentì improvvisamente ridicola, come cartone contro un coltello. La sua presa si allentò. Immaginò il lupo che si lanciava, il suo scudo fragile che si spezzava, i suoi denti che si chiudevano sull’osso.