Il loro viaggio attraverso i trattamenti per l’infertilità è stato lungo ed estenuante. Le loro giornate erano piene della freddezza clinica delle visite mediche, dell’odore sterile degli uffici medici e della puntura acuta degli aghi. Il turbinio di emozioni – speranza, disperazione, frustrazione – faceva parte della loro vita quotidiana.
Una sera, dopo l’ennesimo appuntamento straziante, si ritrovarono sul portico di casa, con il cielo infuocato dai colori del tramonto. Natalie, con la voce tremante e gli occhi pieni di lacrime non versate, ruppe il pesante silenzio. “Adam, e se… se non fossimo destinati ad avere figli nostri? E se il nostro bambino fosse là fuori, in attesa che noi lo troviamo?”